Giobbe, 26

13. Al suo soffio i cieli si rasserenano; la sua mano trafigge il serpente tortuoso.

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Nel capitolo 26 del lavoro risponde al discorso della bililità, riconoscendo la grandezza e la saggezza di Dio e l'insignificanza umana davanti a lui. Giobbe cerca di esprimere la grandezza e il potere di Dio, sebbene non possa capirli appieno. Di seguito sono riportati cinque versi relativi agli argomenti trattati nel lavoro 26:

Salmo 104:2-3: "Copre la luce come un mantello, allunga i cieli come una tenda e mette l'acqua dei cieli il guardiano dei suoi alti edifici; fa nuvole la sua carrozza e cammina sulle ali del vento . " Questo salmo descrive la grandezza e il potere di Dio, compresa la sua creazione di cielo e nuvole.

Isaia 40:12: "Chi misurava le acque nel guscio della mano e, con la mano della mano, misurava il cielo? Chi si radunò in un terzo della polvere della terra? Chi pesava le colline sulla scala e i Colinnini in scala di precisione? " Questo verso evidenzia la grandezza e il potere di Dio, che ha creato tutte le cose.

Salmo 147:5: "Nostro Signore è grande e immensamente potente; la sua saggezza non ha limiti". Questo Salmo elogia la grandezza e il potere di Dio, proprio come fa Giobbe nel suo discorso.

Proverbi 9:10: "La paura del Signore è il principio della saggezza e la conoscenza del santo è capire". Questo verso enfatizza la saggezza e la conoscenza di Dio, che il lavoro riconosce nel suo discorso.

Salmo 139:6: "La conoscenza che hai di me è meravigliosa, è troppo sublime per me, non riesco a capirlo!" Questo Salmo enfatizza l'incompresibilità di Dio, qualcosa che il lavoro riconosce anche nel suo discorso.