Salmi, 28

1. Di Davide. A te grido, o Signore, mia rupe, non ti far sordo con me per timore che, se tu con me ti fai muto, io non venga annoverato fra quelli che scendono nella fossa.

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Il Salmo 28 è una preghiera che piange per la protezione divina davanti ai nemici e chiede la giustizia di Dio. Il salmista esprime la sua fiducia in Dio e il suo rifiuto nei confronti di coloro che praticano il male. Di seguito sono riportati cinque versi relativi ai temi del Salmo 28:

Salmo 7:9: "Fine della malvagità dei malvagi e consentire al giusto Dio giusto, di sondarsi di cuori e menti!" Il salmista chiarisce che Dio è un Dio giusto e che abilita i giusti mentre punisce i malvagi.

Salmo 18:2: "Il Signore è la mia roccia, la mia fortezza e il mio liberatore; il mio Dio è la mia roccia, in cui mi rifugio. È il mio scudo e il potere che mi salva, la mia torre." Il salmista enfatizza la protezione di Dio e la sua sicurezza in Dio.

Salmo 55:22: "Fai le sue preoccupazioni al Signore e lo sosterrà; non permetterà mai ai giusti di cadere". Il salmista consiglia di fidarsi di Dio, dandogli preoccupazioni e sosterrà e proteggerà.

Salmo 94:14: "Perché il Signore non abbandonerà il suo popolo; non abbandonerà mai la sua eredità". Il salmista crede che Dio non abbandona il suo popolo e non abbandonerà la sua eredità.

Salmo 140:8: "Signore, non concedere ai malvagi i loro desideri; non consentire ai loro piani di materializzarsi, perché sono arroganti." Il salmista rifiuta coloro che praticano il male e chiede a Dio di non permettere ai suoi piani di materializzarsi.