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  • Il peccato infatti non dominerà su di voi, perché non siete sotto la Legge, ma sotto la grazia. (Romani 6, 14)

  • Non sapete che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale obbedite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell'obbedienza che conduce alla giustizia? (Romani 6, 16)

  • Rendiamo grazie a Dio, perché eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quella forma di insegnamento alla quale siete stati affidati. (Romani 6, 17)

  • Così, liberati dal peccato, siete stati resi schiavi della giustizia. (Romani 6, 18)

  • Quando infatti eravate schiavi del peccato, eravate liberi nei riguardi della giustizia. (Romani 6, 20)

  • Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, raccogliete il frutto per la vostra santificazione e come traguardo avete la vita eterna. (Romani 6, 22)

  • Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore. (Romani 6, 23)

  • Che diremo dunque? Che la Legge è peccato? No, certamente! Però io non ho conosciuto il peccato se non mediante la Legge. Infatti non avrei conosciuto la concupiscenza, se la Legge non avesse detto: Non desiderare. (Romani 7, 7)

  • Ma, presa l'occasione, il peccato scatenò in me, mediante il comandamento, ogni sorta di desideri. Senza la Legge infatti il peccato è morto. (Romani 7, 8)

  • E un tempo io vivevo senza la Legge ma, sopraggiunto il precetto, il peccato ha ripreso vita (Romani 7, 9)

  • Il peccato infatti, presa l'occasione, mediante il comandamento mi ha sedotto e per mezzo di esso mi ha dato la morte. (Romani 7, 11)

  • Ciò che è bene allora è diventato morte per me? No davvero! Ma il peccato, per rivelarsi peccato, mi ha dato la morte servendosi di ciò che è bene, perché il peccato risultasse oltre misura peccaminoso per mezzo del comandamento. (Romani 7, 13)


“Se quisermos colher é necessário não só semear, mas espalhar as sementes num bom campo. Quando as sementes se tornarem plantas, devemos cuidá-las para que as novas plantas não sejam sufocadas pelas ervas daninhas.” São Padre Pio de Pietrelcina