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e stabilì una distanza di tre giorni di cammino tra sé e Giacobbe, mentre Giacobbe pascolava l'altro bestiame di Làbano. (Genesi 30, 36)
Quanto alle pecore, Giacobbe le separò e fece sì che le bestie avessero davanti a sé gli animali striati e tutti quelli di colore scuro del gregge di Làbano. E i branchi che si era così costituiti per conto suo, non li mise insieme al gregge di Làbano. (Genesi 30, 40)
Quando invece le bestie erano deboli, non li metteva. Così i capi di bestiame deboli erano per Làbano e quelli robusti per Giacobbe. (Genesi 30, 42)
Ma Giacobbe venne a sapere che i figli di Làbano dicevano: «Giacobbe si è preso quanto era di nostro padre e con quanto era di nostro padre si è fatta tutta questa fortuna». (Genesi 31, 1)
Giacobbe osservò anche la faccia di Làbano e si accorse che non era più verso di lui come prima. (Genesi 31, 2)
Riprese: Alza gli occhi e guarda: tutti i capri che montano le bestie sono striati, punteggiati e chiazzati, perché ho visto quanto Làbano ti fa. (Genesi 31, 12)
Làbano era andato a tosare il gregge e Rachele rubò gli idoli che appartenevano al padre. (Genesi 31, 19)
Giacobbe eluse l'attenzione di Làbano l'Arameo, non avvertendolo che stava per fuggire; (Genesi 31, 20)
Al terzo giorno fu riferito a Làbano che Giacobbe era fuggito. (Genesi 31, 22)
Ma Dio venne da Làbano l'Arameo in un sogno notturno e gli disse: «Bada di non dir niente a Giacobbe, proprio nulla!». (Genesi 31, 24)
Làbano andò dunque a raggiungere Giacobbe; ora Giacobbe aveva piantato la tenda sulle montagne e Làbano si era accampato con i parenti sulle montagne di Gàlaad. (Genesi 31, 25)
Disse allora Làbano a Giacobbe: «Che hai fatto? Hai eluso la mia attenzione e hai condotto via le mie figlie come prigioniere di guerra! (Genesi 31, 26)