Atti degli Apostoli, 26

La Sacra Bibbia (Versione CEI 1974)

1 Agrippa disse a Paolo: «Ti è concesso di parlare a tua difesa». Allora Paolo, stesa la mano, si difese così:

2 «Mi considero fortunato, o re Agrippa, di potermi discolpare da tutte le accuse di cui sono incriminato dai Giudei, oggi qui davanti a te,

3 che conosci a perfezione tutte le usanze e questioni riguardanti i Giudei. Perciò ti prego di ascoltarmi con pazienza.

4 La mia vita fin dalla mia giovinezza, vissuta tra il mio popolo e a Gerusalemme, la conoscono tutti i Giudei;

5 essi sanno pure da tempo, se vogliono renderne testimonianza, che, come fariseo, sono vissuto nella setta più rigida della nostra religione.

6 Ed ora mi trovo sotto processo a causa della speranza nella promessa fatta da Dio ai nostri padri,

7 e che le nostre dodici tribù sperano di vedere compiuta, servendo Dio notte e giorno con perseveranza. Di questa speranza, o re, sono ora incolpato dai Giudei!

8 Perché è considerato inconcepibile fra di voi che Dio risusciti i morti?

9 Anch'io credevo un tempo mio dovere di lavorare attivamente contro il nome di Gesù il Nazareno,

10 come in realtà feci a Gerusalemme; molti dei fedeli li rinchiusi in prigione con l'autorizzazione avuta dai sommi sacerdoti e, quando venivano condannati a morte, anch'io ho votato contro di loro.

11 In tutte le sinagoghe cercavo di costringerli con le torture a bestemmiare e, infuriando all'eccesso contro di loro, davo loro la caccia fin nelle città straniere.

12 In tali circostanze, mentre stavo andando a Damasco con autorizzazione e pieni poteri da parte dei sommi sacerdoti, verso mezzogiorno

13 vidi sulla strada, o re, una luce dal cielo, più splendente del sole, che avvolse me e i miei compagni di viaggio.

14 Tutti cademmo a terra e io udii dal cielo una voce che mi diceva in ebraico: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Duro è per te ricalcitrare contro il pungolo.

15 E io dissi: Chi sei, o Signore? E il Signore rispose: Io sono Gesù, che tu perseguiti.

16 Su, alzati e rimettiti in piedi; ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto e di quelle per cui ti apparirò ancora.

17 Per questo ti libererò dal popolo e dai pagani, ai quali ti mando

18 ad aprir loro gli occhi, perché passino dalle tenebre alla luce e dal potere di satana a Dio e ottengano la remissione dei peccati e l'eredità in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me.

19 Pertanto, o re Agrippa, io non ho disobbedito alla visione celeste;

20 ma prima a quelli di Damasco, poi a quelli di Gerusalemme e in tutta la regione della Giudea e infine ai pagani, predicavo di convertirsi e di rivolgersi a Dio, comportandosi in maniera degna della conversione.

21 Per queste cose i Giudei mi assalirono nel tempio e tentarono di uccidermi.

22 Ma l'aiuto di Dio mi ha assistito fino a questo giorno, e posso ancora rendere testimonianza agli umili e ai grandi. Null'altro io affermo se non quello che i profeti e Mosè dichiararono che doveva accadere,

23 che cioè il Cristo sarebbe morto, e che, primo tra i risorti da morte, avrebbe annunziato la luce al popolo e ai pagani».

24 Mentr'egli parlava così in sua difesa, Festo a gran voce disse: «Sei pazzo, Paolo; la troppa scienza ti ha dato al cervello!».

25 E Paolo: «Non sono pazzo, disse, eccellentissimo Festo, ma sto dicendo parole vere e sagge.

26 Il re è al corrente di queste cose e davanti a lui parlo con franchezza. Penso che niente di questo gli sia sconosciuto, poiché non sono fatti accaduti in segreto.

27 Credi, o re Agrippa, nei profeti? So che ci credi».

28 E Agrippa a Paolo: «Per poco non mi convinci a farmi cristiano!».

29 E Paolo: «Per poco o per molto, io vorrei supplicare Dio che non soltanto tu, ma quanti oggi mi ascoltano diventassero così come sono io, eccetto queste catene!».

30 Si alzò allora il re e con lui il governatore, Berenìce, e quelli che avevano preso parte alla seduta

31 e avviandosi conversavano insieme e dicevano: «Quest'uomo non ha fatto nulla che meriti la morte o le catene».

32 E Agrippa disse a Festo: «Costui poteva essere rimesso in libertà, se non si fosse appellato a Cesare».




Versículos relacionados com Atti degli Apostoli, 26:

Atti degli apostoli 26 riferisce il discorso di Paolo davanti al re Agrippa, in cui difende la sua predicazione del Vangelo e la sua conversione al cristianesimo. Paolo parla di come in precedenza avesse perseguito i cristiani, ma ora crede che Gesù sia il Messia e che debba essere seguito. Menta anche la risurrezione dei morti e l'importanza di predicare il messaggio di salvezza a tutti. Sulla base di questi temi, i cinque versi correlati sono:

Romani 10:9: "Se con la tua bocca confessa Gesù come Signore, e nel tuo cuore credi che Dio lo abbia risuscitato dai morti, sarai salvato." Questo verso parla dell'importanza della confessione di Gesù come Signore e credenza nella sua risurrezione per la salvezza. Ciò è conforme al discorso di Paolo in Atti 26, in cui predica la risurrezione e l'importanza di seguire Gesù.

1 Corinzi 15:14: "E se Cristo non è aumentato, la nostra predicazione è vana e anche la tua fede è vana". In questo verso, Paolo sottolinea l'importanza della risurrezione di Cristo per la fede cristiana. Nel suo discorso in Atti 26, Paolo menziona la risurrezione come una delle ragioni per cui crede in Gesù.

2 Timoteo 4:2: "Predica la parola, sollecita nel tempo e fuori dal tempo, ammoni, rimproveri, esorta, con un lungo periodo e insegnamento". Paolo incoraggia Timoteo a predicare la parola in tutte le occasioni. Ciò è conforme al discorso di Paolo in Atti 26, in cui parla di come predicava sempre il messaggio di salvezza a tutti.

1 Tessalonicesi 5:5-6: "Per tutti voi siete figli di luce e figli del giorno; non siamo di notte o oscurità. Non dormiamo, perché gli altri, ma guardiamo e siamo sobri." In questo versetto, Paul parla dell'importanza di rimanere vigili e sobri come bambini di luce. Ciò è legato al discorso di Paolo in Atti 26, in cui parla di come è stato trasformato dalla luce di Gesù.

Filippesi 3:8-9: "E in effetti, ho anche per la perdita di tutte le cose, per l'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio ​​Signore; con la quale ho la perdita di tutte queste cose, e le considero scorie , in modo che possa vincere Cristo ed essere trovato in lui. " Paolo parla di come considera tutto come una perdita rispetto alla conoscenza di Cristo. Questo è legato al discorso di Paolo in Atti 26, in cui parla di come la sua vita è cambiata quando ha incontrato Gesù.





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