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E' meglio per noi diventare loro preda; saremo certo loro schiavi, ma almeno rimarremo vivi e non vedremo con i nostri occhi la morte dei nostri bambini, né le donne e i figli nostri esalare l'anima. (Giuditta 7, 27)
Per questo consegnasti i loro capi alla morte e al sangue, quel giaciglio macchiato del loro inganno, ripagato con inganno; hai percosso gli schiavi con i capi e i capi sui loro troni. (Giuditta 9, 3)
Orbene, perché il mio signore non venga ricacciato senza poter far nulla, sappia che la morte piomberà certamente su di loro; li ha stretti infatti il peccato, col quale provocano all'ira il loro Dio, ogni volta che commettono uno sproposito. (Giuditta 11, 11)
Giuditta gli rispose: "Chi sono io per contraddire al mio signore? Tutto quanto sarà gradito ai suoi occhi lo eseguirò senza tardare, e ciò sarà per me un motivo di letizia fino al giorno della mia morte". (Giuditta 12, 14)
Ma prima di compiere ciò, chiamatemi Achior, l'ammonita, perché veda e riconosca colui che ha disprezzato la casa d'Israele e che l'ha inviato tra noi per destinarlo alla morte". (Giuditta 14, 5)
Non vi fu più alcuno che incutesse timore agl'Israeliti al tempo di Giuditta e per lungo tempo ancora dopo la sua morte. (Giuditta 16, 25)
Il re interrogò i due eunuchi e, avendo essi confessato, furono condannati a morte. (Ester 1, 1)
Le fece dire: "Ricordati dei giorni della tua miseria, quando fosti nutrita da me, perché Aman, il secondo dopo il re, ha parlato contro di noi per condurci a morte. Invoca il Signore e parla al re in nostro favore; salvaci dalla morte". (Ester 4, 8)
"Tutti i dipendenti del re e il popolo delle province sanno che chiunque vada dal re nella corte interna, senza essere stato chiamato, deve essere messo a morte, secondo la legge, a meno che il re stenda verso di lui lo scettro d'oro; in tal caso sarà salvo. Io non sono stata chiamata per andare dal re da trenta giorni". (Ester 4, 11)
Tutto Israele gridò con tutte le sue forze, perché la morte era davanti ai loro occhi. (Ester 4, 17)
La regina Ester cercò rifugio anch'essa nel Signore, in preda all'agonia della morte. Tolte le vesti sontuose, indossò vesti di mestizia e di lutto, e invece degli abbondanti profumi cosparse la sua testa di cenere e fango. Macerò duramente il suo corpo e ogni luogo, che era stato teatro della sua gioia, riempì dei riccioli della sua capigliatura. (Ester 4, 17)
misero a morte Parsandàta, Dalfòr, Aspàta, (Ester 9, 7)