Atti degli Apostoli, 25

La Sacra Bibbia (Versione CEI 2008)

1 Festo dunque, raggiunta la provincia, tre giorni dopo salì da Cesarèa a Gerusalemme.

2 I capi dei sacerdoti e i notabili dei Giudei si presentarono a lui per accusare Paolo, e lo pregavano,

3 chiedendolo come un favore, in odio a Paolo, che lo facesse venire a Gerusalemme; e intanto preparavano un agguato per ucciderlo lungo il percorso.

4 Festo rispose che Paolo stava sotto custodia a Cesarèa e che egli stesso sarebbe partito di lì a poco.

5 "Quelli dunque tra voi - disse - che hanno autorità, scendano con me e, se vi è qualche colpa in quell'uomo, lo accusino".

6 Dopo essersi trattenuto fra loro non più di otto o dieci giorni, scese a Cesarèa e il giorno seguente, sedendo in tribunale, ordinò che gli si conducesse Paolo.

7 Appena egli giunse, lo attorniarono i Giudei scesi da Gerusalemme, portando molte gravi accuse, senza però riuscire a provarle.

8 Paolo disse a propria difesa: "Non ho commesso colpa alcuna, né contro la Legge dei Giudei né contro il tempio né contro Cesare".

9 Ma Festo, volendo fare un favore ai Giudei, si rivolse a Paolo e disse: "Vuoi salire a Gerusalemme per essere giudicato là di queste cose, davanti a me?".

10 Paolo rispose: "Mi trovo davanti al tribunale di Cesare: qui mi si deve giudicare. Ai Giudei non ho fatto alcun torto, come anche tu sai perfettamente.

11 Se dunque sono in colpa e ho commesso qualche cosa che meriti la morte, non rifiuto di morire; ma se nelle accuse di costoro non c'è nulla di vero, nessuno ha il potere di consegnarmi a loro. Io mi appello a Cesare".

12 Allora Festo, dopo aver discusso con il consiglio, rispose: "Ti sei appellato a Cesare, a Cesare andrai".

13 Erano trascorsi alcuni giorni, quando arrivarono a Cesarèa il re Agrippa e Berenice e vennero a salutare Festo.

14 E poiché si trattennero parecchi giorni, Festo espose al re le accuse contro Paolo, dicendo: "C'è un uomo, lasciato qui prigioniero da Felice,

15 contro il quale, durante la mia visita a Gerusalemme, si presentarono i capi dei sacerdoti e gli anziani dei Giudei per chiederne la condanna.

16 Risposi loro che i Romani non usano consegnare una persona, prima che l'accusato sia messo a confronto con i suoi accusatori e possa aver modo di difendersi dall'accusa.

17 Allora essi vennero qui e io, senza indugi, il giorno seguente sedetti in tribunale e ordinai che vi fosse condotto quell'uomo.

18 Quelli che lo incolpavano gli si misero attorno, ma non portarono alcuna accusa di quei crimini che io immaginavo;

19 avevano con lui alcune questioni relative alla loro religione e a un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo.

20 Perplesso di fronte a simili controversie, chiesi se volesse andare a Gerusalemme e là essere giudicato di queste cose.

21 Ma Paolo si appellò perché la sua causa fosse riservata al giudizio di Augusto, e così ordinai che fosse tenuto sotto custodia fino a quando potrò inviarlo a Cesare".

22 E Agrippa disse a Festo: "Vorrei anche io ascoltare quell'uomo!". "Domani - rispose - lo potrai ascoltare".

23 Il giorno dopo Agrippa e Berenice vennero con grande sfarzo ed entrarono nella sala dell'udienza, accompagnati dai comandanti e dai cittadini più in vista; per ordine di Festo fu fatto entrare Paolo.

24 Allora Festo disse: "Re Agrippa e tutti voi qui presenti con noi, voi avete davanti agli occhi colui riguardo al quale tutta la folla dei Giudei si è rivolta a me, in Gerusalemme e qui, per chiedere a gran voce che non resti più in vita.

25 Io però mi sono reso conto che egli non ha commesso alcuna cosa che meriti la morte. Ma poiché si è appellato ad Augusto, ho deciso di inviarlo a lui.

26 Sul suo conto non ho nulla di preciso da scrivere al sovrano; per questo l'ho condotto davanti a voi e soprattutto davanti a te, o re Agrippa, per sapere, dopo questo interrogatorio, che cosa devo scrivere.

27 Mi sembra assurdo infatti mandare un prigioniero, senza indicare le accuse che si muovono contro di lui".




Versículos relacionados com Atti degli Apostoli, 25:

Il capitolo 25 degli Atti degli Apostoli riporta la continuazione del processo di Paolo davanti alle autorità romane, ora nella figura del governatore Félix e, in seguito, il suo successore, Festus. Nel mezzo di questa situazione, ci sono intrighi politici e religiosi che coinvolgono gli ebrei che accusano Paul, nonché la possibilità di liberarlo, poiché non ha commesso alcun crimine che ha giustificato il suo arresto. Di seguito sono riportati cinque versi relativi ai temi del capitolo:

Proverbi 18:17: "Il primo a presentare la sua causa sembra sempre giusto fino a quando non arriva e metterlo in discussione". Questo versetto illustra la situazione di Paolo davanti alle autorità romane, poiché gli ebrei lo accusavano senza mezzi termini, ma aveva anche argomenti validi a suo favore.

Isaia 41:10: "Non temere, perché io sono con te, non perseguitare te stesso, perché io sono il tuo Dio; ti rafforzo e ti aiuto, e ti sostengo con la mia fedele mano destra." Questo verso può essere applicato alla situazione di Paolo, che ha dovuto affrontare avversità e persecuzione, ma aveva fiducia in Dio che sarebbe stato sostenuto e aiutato.

Filippesi 4:6-7: "Non sei irrequieto per nulla; prima, le tue petizioni sono tutte conosciute davanti a Dio, alla preghiera e alle suppliche, con il Ringraziamento. E la pace di Dio, che supera ogni comprensione, manterranno i tuoi cuori e i tuoi sentimenti in Cristo Gesù ". Questi versi possono essere applicati a Paolo, che probabilmente ha pregato e supplicato di Dio per la sua situazione, e hanno trovato la pace tra le avversità.

2 Corinzi 12:9-10: "E mi ha detto, la mia grazia è sufficiente per te, perché il mio potere è perfetto nella debolezza. Di buona volontà, perché io gloria di debolezza, che il potere di Cristo riposerà. Da quello che io Senti piacere di debolezze, lesioni, bisogni, persecuzione, angoscia, per l'amor di Cristo. Perché quando sono debole, allora sono forte. " Questo passaggio parla di come la debolezza umana sia un mezzo con cui si manifesta il potere di Dio. Paolo affrontò persecuzione e avversità, ma trovò forza in Dio.

Romani 8:31: "Cosa diciamo, quindi, a queste cose? Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?" Questo verso mostra che quando abbiamo Dio dalla nostra parte, non c'è nulla che possa fermarci o impedire che la sua volontà venga adempiuta. Paolo era convinto che Dio fosse con lui tra le accuse e la persecuzione, il che gli diede la certezza della vittoria.





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