Ezechiele, 11

25. Io riferii agli esuli tutte le cose cui il Signore mi aveva fatto assistere.

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Ezechiele 11 è un capitolo che si occupa della punizione divina che si verificherebbe sui leader di Israele a causa della loro corruzione e infedeltà. Il profeta riceve una visione in cui viene portato all'ingresso del tempio a Gerusalemme e vede i leader cospirando contro il popolo. Dio annuncia quindi che li punirà con la distruzione della città e l'esilio del popolo. Di seguito sono riportati cinque versi relativi agli argomenti trattati in Ezechiele 11:

Isaia 1:23: "I tuoi principi sono ribelli e compagni di ladri; ognuno di loro ama la bustarella e corre dopo i premi. Non difendono i diritti dell'orfano, né si preoccupano della causa della vedova." Questo versetto parla della corruzione dei leader di Israele, un tema centrale per Ezechiele 11.

Geremia 21:10: "Perché ho deciso di portare sventure contro questa città, non la felicità", dice il Signore. "Verrà consegnato alle mani del re di Babilonia, che lo darà fuoco." Questo verso parla della punizione divina che si verificherebbe su Gerusalemme, tema centrale in Ezechiele 11.

Geremia 25:9: "Li farò bere il calice della mia punizione fino a essere ubriachi, fino a quando non ti cadi." Questo versetto parla della punizione divina che Dio avrebbe portato al popolo di Giuda, incluso l'esilio menzionato in Ezechiele 11.

Salmo 94:20-21: "Il trono dell'iniquità sarebbe alleato con te, che compone l'oppressione come una legge? Si uniscono alla vita dei giusti e condannano il sangue innocente". Questo verso parla della cospirazione dei leader di Israele menzionati in Ezechiele 11.

Geremia 18:7-10: "Se in qualsiasi momento annuncio che una nazione o un regno verranno strappate, rovesciate e distrutte, e se questa nazione ho annunciato pentito della malvagità che ho praticato, mi pentirò del male che avevo pianificato contro di lei. " Questo versetto parla della possibilità di pentimento e perdono, un tema menzionato in Ezechiele 11 quando Dio promette di raccogliere di nuovo il suo popolo dopo l'esilio.