Ezechiele, 5

12. Un terzo di te morrà di peste e sarà consumato dalla fame dentro di te, un terzo cadrà di spada intorno a te e al terzo, che disperderò ad ogni vento, sfodererò dietro una spada.

Aiheeseen liittyvät säkeet Ezechiele, 5:

Ezechiele 5 parla della distruzione di Gerusalemme come punizione per i peccati del popolo di Israele. Dio usa Ezechiele come segno per mostrare la gravità del giudizio a venire. Di seguito sono riportati cinque versi relativi agli argomenti trattati in Ezechiele 5:

Geremia 7:34: "E finirò le urla di gioia e le urla di soddisfazione, la voce dello sposo e la voce della sposa, nelle città di Giuda e nelle strade di Gerusalemme, perché la terra sarà desolata." Questo versetto descrive la desolazione che verrà su Gerusalemme a seguito dei suoi peccati.

Amos 9:8: "Ecco, gli occhi del Signore Dio sono sul regno peccaminoso; e lo distruggerò dalla superficie della terra, tranne per il fatto che non distruggerò completamente la casa di Giacobbe, dice il Signore." Questo versetto parla della distruzione di Israele come punizione per i suoi peccati, ma mostra anche che Dio manterrà ancora la sua promessa a Giacobbe.

Isaia 1:9: "Se il Signore degli ospiti non ci avesse lasciato alcuni sopravvissuti, saremmo già come sodoma e simili a Gomorra." Questo verso mette in evidenza la misericordia di Dio lasciando alcuni sopravvissuti, nonostante la punizione che la gente merita.

Lamentazioni 4:9: "Più benedetti furono quelli che furono uccisi nella spada di quelli che perivavano la fame; poiché svanivano, come se fossero trafitti, per mancanza di frutti dei campi". Questo versetto descrive la fame che verrà su Gerusalemme durante l'assedio babilonese, mostrando la gravità del giudizio di Dio.

Ezechiele 9:4: "E il Signore gli disse, attraversa la città, attraverso il mezzo di Gerusalemme, e segna con un segno i test degli uomini che sospirano e gemono a causa di tutte le abominazioni commesse in mezzo di esso. " Questo verso mostra la preoccupazione di Dio con i giusti a Gerusalemme che piangono i peccati del popolo.