Isaia, 28

27. Certo, l'anèto non si trebbia con la trebbiatrice né si fa circolare il rullo sul comino, ma l'anèto si batte con il bastone e il comino con la verga.

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Isaia capitolo 28 si occupa della caduta di Ephraim e dell'orgoglio di Giuda. Dio avverte della distruzione che arriverà su coloro che confidano nella propria saggezza e forza piuttosto che confidare nel Signore. Ha anche sottolineato l'importanza di ascoltare e apprendere la Parola di Dio. Di seguito sono riportati cinque versi relativi ai temi di questo capitolo:

Proverbi 16:18: "Superbo precede la rovina e la tela dello spirito precede la caduta". Questo verso sottolinea il messaggio che coloro che si fidano della propria saggezza e potere sono destinati a cadere.

Geremia 9:23-24: "Così dice il Signore, non gloria il saggio nella sua saggezza, né i forti nella sua forza, né i ricchi delle sue ricchezze. Conosci me, perché io sono il Signore che ha esercitato gentilezza, giudizio e giustizia sulla terra; per queste cose che mi piacciono, dire il Signore ". Questo verso evidenzia l'importanza di fidarsi del Signore e conoscere la sua parola, piuttosto che vantarsi di saggezza, forza o ricchezza.

Proverbi 1:7: "La paura del Signore è il principio della conoscenza, ma la follia disprezza la saggezza e la disciplina". Questo versetto sottolinea che coloro che ignorano la parola e la saggezza di Dio sono destinati a subire le conseguenze.

Salmo 119:105: "Lampada per i miei piedi è la tua parola e la luce per la mia strada." Questo verso sottolinea l'importanza di seguire la Parola di Dio come luce per guidare i nostri passi.

1 Corinzi 1:27-29: "Al contrario, Dio ha scelto le cose folli del mondo per mettere in imbarazzo le sagge e ha scelto le cose deboli del mondo per mettere in imbarazzo i forti; e Dio ha scelto le cose umili del mondo, e le cose disprezzate e disprezzate, e coloro che non lo sono, di ridurre coloro che sono; in modo che nessuno si vanta alla presenza di Dio. " Questo versetto sottolinea che l'orgoglio e il vantarsi sono inutili davanti a Dio, che usa cose deboli e umili per soddisfare i suoi scopi.