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Giosuè, figlio di Nun, fu forte nella guerra e successe a Mosè nell'ufficio profetico. E' stato degno del nome che portava come grande salvatore del popolo eletto; egli puniva i nemici che si ribellavano, per fare avere ad Israele la sua eredità. (Siracide 46, 1)
Infatti egli invocò il Signore altissimo, che gli diede tanta forza nella destra per sconfiggere chi era forte nella guerra e dare la vittoria al suo popolo. (Siracide 47, 5)
Egli sarà giudice tra le genti e arbitro di popoli numerosi. Muteranno le loro spade in zappe e le loro lance in falci; una nazione non alzerà la spada contro un'altra e non praticheranno più la guerra. (Isaia 2, 4)
Vi rimarrà una decima parte ma sarà di nuovo consumata, come la quercia e il terebinto, di cui, abbattuti, resta solo il ceppo. Una semente santa è il ceppo. (Isaia 6, 13)
Grida di moltitudine sulle montagne, simile a quello di un'immensa folla! Grida tumultuose dei regni, delle nazioni radunate! Il Signore degli eserciti passa in rivista l'esercito di guerra. (Isaia 13, 4)
Non sono in collera. Se ci fossero rovi e pruni, muoverei loro la guerra, li incendierei tutti insieme! (Isaia 27, 4)
T'immagini forse che la parola delle labbra equivalga al consiglio e alla bravura nella guerra? In chi poni la tua fiducia per esserti ribellato contro di me? (Isaia 36, 5)
Tu li ricercherai, ma non troverai gli uomini che ti muovevano guerra. (Isaia 41, 12)
Il Signore avanza come un eroe, eccita l'ardore come un guerriero, lancia il grido di guerra, urla, riporta vittoria sui suoi nemici. (Isaia 42, 13)
Allora egli riversò su di lui l'ardore della sua ira, e la violenza della guerra: questa divampò intorno a lui senza che egli se ne accorgesse, lo consumò senza che vi facesse attenzione. (Isaia 42, 25)
Poiché portate il nome della città santa e vi appoggiate sul Dio d'Israele, il cui nome è Signore degli eserciti. (Isaia 48, 2)
Déstati, déstati, rivèstiti della tua forza, o Sion! Indossa le vesti più splendide, o Gerusalemme, città santa! Perché non entreranno più in te l'incirconciso e l'impuro. (Isaia 52, 1)