Cronache 2, 35

20. Dopo tutto ciò che Giosia aveva fatto per riorganizzare il tempio, Necao, re d'Egitto, partì per andare a combattere a Carchemis sull'Eufrate; Giosia gli mosse incontro.

Stihovi vezani uz Cronache 2, 35:

2 Cronache 35 narra la celebrazione della Pasqua da parte del re Giosia e del popolo di Giuda. Il capitolo descrive come Giosia ha incaricato i sacerdoti di preparare l'agnello pasquale e la realizzazione della cerimonia religiosa. Quindi il capitolo riporta la morte di Josiah in battaglia contro il Faraone Neco.

Deuteronomio 16:1: "Celebra il mese di Abibe e mantieni la Pasqua al Signore tuo Dio; poiché nel mese di Abibe il Signore il tuo Dio ti ha portato fuori dall'Egitto di notte." Questo verso stabilisce l'ordine divino per la celebrazione della Pasqua, sottolineando l'importanza di onorare l'evento che ha segnato la liberazione del popolo ebraico dall'Egitto.

Esodo 12:14: "E questo giorno sarà per te in memoria e lo celebrerai per festa al Signore; nelle tue generazioni lo celebrerai per stato perpetuo." In questo versetto, Dio comanda la celebrazione della Pasqua da osservare di generazione in generazione come una festa in onore della liberazione del popolo ebraico.

Levitico 23:5-6: "Nel primo mese, ai quattordici del mese, nel pomeriggio, è la Pasqua del Signore. E i quindici giorni di questo mese è la festa del pane Ázmos del Signore ; Sette giorni mangerai il pane. " Questo verso stabilisce la data della celebrazione di Pasqua e la festa degli Azimos, che sono stati osservati dagli ebrei come parte della loro tradizione religiosa.

1 Corinzi 5:7: "Purificarti, quindi, dal vecchio lievito, che tu possa essere una nuova messa, proprio come sei senza lievito. Per Cristo, la nostra Pasqua, è stata sacrificata da noi." Questo verso stabilisce una connessione tra la Pasqua ebraica e il sacrificio di Cristo sulla croce, evidenziando l'importanza della purificazione e del rinnovamento per i seguaci di Cristo.

Giovanni 19:36: "Perché questo è successo a soddisfare le Scritture, che dice che nessuna delle sue ossa sarà rotta". Questo verso è un riferimento all'agnello pasquale, che era una sorta di sacrificio che simboleggiava la redenzione del popolo ebraico. Attraverso il sacrificio di Cristo, la promessa di redenzione è mantenuta.