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Paolo infatti aveva ritenuto opportuno navigare al largo di Efeso, perché non gli capitasse di doversi attardare in Asia. Voleva affrettarsi per trovarsi, se possibile, nel giorno di Pentecoste a Gerusalemme. (Atti degli Apostoli 20, 16)
Ora ecco che, avvinto dallo Spirito, sto andando a Gerusalemme, non sapendo ciò che colà mi potrà succedere. (Atti degli Apostoli 20, 22)
Avendo trovato i discepoli, ci trattenemmo colà sette giorni. Essi nello Spirito dicevano a Paolo di non salire a Gerusalemme. (Atti degli Apostoli 21, 4)
che, entrato presso di noi, prese la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: "Questo dice lo Spirito Santo: l'uomo a cui appartiene questa cintura, a questo modo sarà legato dai Giudei in Gerusalemme e consegnato nelle mani dei pagani". (Atti degli Apostoli 21, 11)
All'udire queste cose, noi e la gente del luogo lo scongiuravamo di non salire a Gerusalemme. (Atti degli Apostoli 21, 12)
Allora Paolo rispose: "Perché piangete così e mi spezzate il cuore? Io sono pronto non solo a essere legato, ma anche a morire in Gerusalemme per il nome del Signore Gesù". (Atti degli Apostoli 21, 13)
Alcuni giorni dopo, fatti i preparativi, salimmo a Gerusalemme. (Atti degli Apostoli 21, 15)
Al nostro arrivo a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero con gioia. (Atti degli Apostoli 21, 17)
Mentre essi cercavano di ucciderlo, giunse la notizia al tribuno della coorte che tutta Gerusalemme era in subbuglio. (Atti degli Apostoli 21, 31)
come me ne fa testimonianza anche il sommo sacerdote e tutto il consiglio degli anziani. Da essi avevo anzi ricevuto lettere per i fratelli di Damasco e stavo andandovi per condurre incatenati a Gerusalemme anche quelli che si trovavano là, perché vi fossero puniti. (Atti degli Apostoli 22, 5)
Tornato a Gerusalemme, mentre stavo pregando nel tempio, fui rapito in estasi (Atti degli Apostoli 22, 17)
e vidi lui che mi diceva: "Presto, affrettati ad uscire da Gerusalemme, perché non accetteranno la tua testimonianza riguardo a me". (Atti degli Apostoli 22, 18)