Giobbe, 7

La Sacra Bibbia (Versione CEI 2008)

1 L'uomo non compie forse un duro servizio sulla terra e i suoi giorni non sono come quelli d'un mercenario?

2 Come lo schiavo sospira l'ombra e come il mercenario aspetta il suo salario,

3 così a me sono toccati mesi d'illusione e notti di affanno mi sono state assegnate.

4 Se mi corico dico: "Quando mi alzerò?". La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all'alba.

5 Ricoperta di vermi e di croste polverose è la mia carne, raggrinzita è la mia pelle e si dissolve.

6 I miei giorni scorrono più veloci d'una spola, svaniscono senza un filo di speranza.

7 Ricòrdati che un soffio è la mia vita: il mio occhio non rivedrà più il bene.

8 Non mi scorgerà più l'occhio di chi mi vede: i tuoi occhi mi cercheranno, ma io più non sarò.

9 Una nube svanisce e se ne va, così chi scende al regno dei morti più non risale;

10 non tornerà più nella sua casa, né più lo riconoscerà la sua dimora.

11 Ma io non terrò chiusa la mia bocca, parlerò nell'angoscia del mio spirito, mi lamenterò nell'amarezza del mio cuore!

12 Sono io forse il mare oppure un mostro marino, perché tu metta sopra di me una guardia?

13 Quando io dico: "Il mio giaciglio mi darà sollievo, il mio letto allevierà il mio lamento",

14 tu allora mi spaventi con sogni e con fantasmi tu mi atterrisci.

15 Preferirei morire soffocato, la morte piuttosto che vivere in queste mie ossa.

16 Mi sto consumando, non vivrò più a lungo. Lasciami, perché un soffio sono i miei giorni.

17 Che cosa è l'uomo perché tu lo consideri grande e a lui rivolga la tua attenzione

18 e lo scruti ogni mattina e ad ogni istante lo metta alla prova?

19 Fino a quando da me non toglierai lo sguardo e non mi lascerai inghiottire la saliva?

20 Se ho peccato, che cosa ho fatto a te, o custode dell'uomo? Perché mi hai preso a bersaglio e sono diventato un peso per me?

21 Perché non cancelli il mio peccato e non dimentichi la mia colpa? Ben presto giacerò nella polvere e, se mi cercherai, io non ci sarò!".




Versículos relacionados com Giobbe, 7:

Giobbe 7 è un capitolo in cui il lavoro continua a rimpiangere la sua situazione, esprimendo la sua disperazione per il dolore fisico ed emotivo che sta affrontando. Mette in discussione la ragione della sua esistenza e chiede a Dio di lasciarlo in pace. Di seguito sono riportati cinque versi relativi agli argomenti trattati in questo capitolo:

Salmo 6:6: "Sono stanco di gemere così tanto; ogni notte nuoto il mio letto in lacrime; mi alzo il letto." Questo verso parla della stanchezza emotiva e fisica che il lavoro sta provando, con le sue lacrime che le inondano il letto ogni notte.

Salmo 13:2: "Quanto tempo, Signore? Mi dimentichi per sempre? Come Giobbe, il salmista si sente dimenticato da Dio e si chiede per quanto tempo dovrà ancora sopportare il dolore.

Salmo 22:1-2: "Dio, mio, mio ​​Dio, perché mi hai abbandonato? Perché sei lontano dall'aiutare me e le parole dei miei malati? Non ho pace." Questo salmo inizia con un grido di disperazione e abbandono, che riflette il dolore e la solitudine che il lavoro sta vivendo.

Salmo 38:6: "Sono curvo, sono molto accorto, mi dispiace per tutto il giorno." Questo verso descrive le condizioni fisiche di Giobbe, che è curva e detratta dal dolore.

Salmo 88:14: "Perché il Signore rifiuta la mia anima? Perché ti nascondi la faccia da me?" Il salmista si sente abbandonato da Dio e domande sul perché Dio nasconda la sua faccia. Questo sentimento è condiviso da Giobbe, che sente che Dio lo ha respinto e abbandonato.





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