Giudici, 5

8. Si preferivano divinità straniere e allora la guerra fu alle porte, ma scudo non si vedeva né lancia né quarantamila in Israele.

Wersety związane z Giudici, 5:

I giudici 5, noti anche come la canzone di Deborah, è una poesia che celebra la vittoria di Israele sull'esercito di Canaan guidato da Sisera. La canzone è stata scritta da Deborah, una profetessa e giudice in Israele. Di seguito sono riportati cinque versi relativi agli argomenti trattati nei giudici 5:

Esodo 15:1: "Quindi Mosè e gli israeliti cantavano questa canzone al Signore: 'Canterò al Signore, perché è grande; gettò il cavallo e il suo cavaliere nel mare." "Questa è la canzone di Mosè Celebrando la vittoria di Israele sull'esercito del Faraone. È rilevante per i giudici 5, in cui Debora canta una canzone simile che celebra la vittoria di Israele sull'esercito di Canaan.

Isaia 41:10: "Non aver paura, perché sono con te; non aver paura, perché io sono il tuo Dio. Ti rafforzerò e ti aiuterò; ti terrò con la mia mano destra vittoriosa." Questo verso parla di come Dio sia con il suo popolo e li rafforza. È rilevante per i giudici 5, dove la vittoria di Israele sull'esercito di Canaan è accreditato a Dio.

Salmo 83:18: "Fai loro sapere che solo tu, il cui nome è il Signore, sei il più alto su tutta la terra." Questo verso parla di come Dio sia l'unico Dio vero e supremo. È rilevante per i giudici 5, dove la vittoria di Israele è accreditato a Dio, che è l'unico Dio vero e supremo.

Isaia 42:8: "Io sono il Signore; questo è il mio nome! Non darò un altro la mia gloria, né immagini la mia lode." Questo versetto parla di come Dio non condivide la sua gloria con gli altri e non è adorato attraverso le immagini. È rilevante per i giudici 5, dove la vittoria di Israele è accreditato a Dio, che non è adorato attraverso le immagini.

Salmo 68:1: "Dio sorge e i suoi nemici si sono dispersi; Questo verso parla di come Dio è temuto dai suoi nemici. È rilevante per i giudici 5, in cui la vittoria di Israele sull'esercito di Canaan è attribuita a Dio, che è temuto dai suoi nemici.