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Gli rispose la donna: "Ecco, tu sai quello che ha compiuto Saul, che ha fatto scomparire i negromanti e gli indovini dal paese. Perché tendi insidie alla mia vita per farmi morire?". (Samuele 1 28, 9)
Erano presenti anche i tre figli di Zeruià: Ioab, Abisài e Asaèl. Asaèl era veloce come una gazzella selvatica. (Samuele 2 2, 18)
Ioab e Abisài inseguirono Abner; al calar del sole essi erano giunti fino alla collina di Ammà che è al limite di Ghiach, sulla via del deserto di Gabaon. (Samuele 2 2, 24)
Allora Abner gridò a Ioab: "La spada dovrà forse infierire senza fine? Non sai che il risultato non sarà che amarezza? Fino a quando non dirai al popolo di smettere d'inseguire i propri fratelli?". (Samuele 2 2, 26)
Ioab e suo fratello Abisài trucidarono Abner, perché aveva ucciso Asaèl, loro fratello, nella battaglia di Gabaon. (Samuele 2 3, 30)
e affidò il resto della truppa in mano ad Abisài, suo fratello, perché lo schierasse contro gli Ammoniti. (Samuele 2 10, 10)
Gli Ammoniti, quando videro che gli Aramei si erano dati alla fuga, fuggirono anch'essi davanti ad Abisài e rientrarono in città. Allora Ioab smise di attaccare gli Ammoniti e ritornò a Gerusalemme. (Samuele 2 10, 14)
Il re Davide seppe tutto l'accaduto e se ne adirò assai (ma non volle urtare suo figlio Amnon ch'egli amava molto perché era il suo primogenito). (Samuele 2 13, 21)
Mentre Davide giungeva alla cima dove si adora Dio, ecco che Cusài l'archita gli si fece incontro con la sua veste stracciata e con la polvere sul capo. (Samuele 2 15, 32)
Cusài, amico di Davide, arrivò in città, mentre Assalonne entrava a Gerusalemme. (Samuele 2 15, 37)
Abisài, figlio di Zeruià, disse al re: "Perché quel cane morto deve maledire il re, mio signore? Lascia che io vada a troncargli la testa". (Samuele 2 16, 9)
Poi Davide soggiunse ad Abisài e a tutti i suoi servi: "Ecco, mio figlio, che è uscito dal mio seno, attenta alla mia vita, quanto più ora un beniaminita? Lasciatelo che maledica, perché glielo ha ordinato il Signore. (Samuele 2 16, 11)