Giobbe, 42

6. Perciò mi ricredo e mi pento sulla polvere e sulla cenere".

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Giobbe 42 Conclude la narrazione del Libro di Giobbe, in cui il lavoro si pente e riconosce la sovranità e la giustizia di Dio. Chiede perdono per aver parlato di ciò che non ha capito e intercede a favore dei suoi amici. Dio poi rimprovera gli amici di Job e li istruisce a chiedere perdono a Giobbe per averlo parlato del danno.

Proverbi 17:10: "Il rimprovero penetra più in profondità nel prudente di cento frusta allo sciocco." In questo versetto, vediamo che il rimprovero ha più impatto su una persona saggia che una punizione in uno sciocco. Questo principio si applica alla situazione degli amici di Giobbe, che sono rimproverati da Dio per aver parlato male di lui.

Giacomo 5:16: "Confessa la tua colpa l'uno per l'altro e prega l'uno per l'altro, che sarai dolorante. La preghiera fatta da un giusto può molto nei suoi effetti." Questo verso evidenzia l'importanza della confessione e della preghiera per la guarigione. Giobbe intercede per i suoi amici, dimostrando che è disposto a perdonarli.

Proverbi 16:18: "Superbo precede la rovina e la tela dello spirito precede la caduta". Questo verso è applicabile a Giobbe, che si pente di aver parlato troppo e si umilia davanti a Dio. Riconosce la sua piccolezza e dipendenza da Dio.

Matteo 6:14-15: "Perché se perdoni le tue offese agli uomini, il tuo Padre celeste ti perdonerà a te; ma ma non perdoni gli uomini alle tue offese, né perdonerai le tue offese." Questo verso sottolinea l'importanza del perdono. Giobbe perdona i suoi amici e intercede per loro, mostrando la sua volontà di seguire i principi di Dio.

2 Corinzi 5:17: "Non appena uno è in Cristo, una nuova creatura è; sono passate cose vecchie; ecco, tutto è stato nuovo". Questo verso evidenzia il cambiamento radicale che può verificarsi nella vita di qualcuno che si pente e si fida in Dio. Il lavoro sperimenta questa trasformazione nella sua vita, dopo aver attraversato le sue afflizioni e aver avuto un incontro personale con Dio.