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benedisse Abram dicendo: "Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, Creatore del cielo e della terra! (Genesi 14, 19)
Io non c'entro! Soltanto quello che i soldati hanno consumato e la parte spettante agli uomini che sono venuti con me, Escol, Aner e Mamre... Essi, sì, riceveranno la loro parte". (Genesi 14, 24)
Soggiunse Abram: "Vedi che a me non hai dato discendenza e che un mio domestico sarà mio erede?". (Genesi 15, 3)
Ed ecco gli fu rivolto un oracolo del Signore in questi termini: "Non costui sarà il tuo erede, ma colui che uscirà dalle tue viscere, lui sarà il tuo erede". (Genesi 15, 4)
Poi lo fece uscir fuori e gli disse: "Guarda in cielo e conta le stelle, se le puoi contare"; e soggiunse: "Tale sarà la tua discendenza". (Genesi 15, 5)
Rispose: "Signore mio Dio, come potrò conoscere che ne avrò il possesso?". (Genesi 15, 8)
Gli disse: "Prendi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un pulcino di uccello". (Genesi 15, 9)
Andò a prendere tutti questi animali, spaccandoli in pezzi, e ne pose un pezzo dinanzi all'altro; non divise però gli uccelli. (Genesi 15, 10)
Subito l'uccello rapace calò sui pezzi, ma Abram lo scacciò. (Genesi 15, 11)
Allora il Signore disse ad Abram: "Devi sapere che la tua discendenza dimorerà come forestiera in una terra non sua; là lavoreranno e li opprimeranno per quattrocento anni. (Genesi 15, 13)
Quanto a te, te ne andrai in pace presso i tuoi padri; sarai sepolto dopo una felice vecchiaia. (Genesi 15, 15)
Sarai disse ad Abram: "Ecco, il Signore mi ha impedito di partorire; deh, accostati alla mia schiava; forse da lei potrò avere figli". E Abram ascoltò la voce di Sarai. (Genesi 16, 2)